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Partenza di Angiolina | 227 |
— Sono una sciocca, — disse a Maria, — non so dir nulla, ma mi hanno fatto tanto bene queste settimane passate all’aria aperta; e poi ho imparato tanto, è così brava lei! Come mi piacerebbe poterla imitare!
E Maria le prendeva la testina e le dava tanti baci dicendole:
— Non hai bisogno d’imparar nulla da nessuno, conservati una buona figliuola come sei e come vorrei che fossero le mie sorelle.
— Ecco l’ultima notte che dormo in questa stanza, ecco l’ultima colazione che faccio con voi, — andava dicendo la fanciulla. Ma la colazione non la fece, perchè non ne aveva voglia: era troppo commossa di lasciare quei luoghi, dove si era trovata tanto bene.
Andò nella sua camera e discese col cappellino e la borsetta in mano.
Tutti vollero accompagnarla alla stazione, e darle qualche ricordo: Vittorio le regalò un libro, Giannina le porse un mazzo di fiori, Mario le regalò un disegno che rappresentava tutta la famiglia Morandi in lagrime per la sua partenza.
Essa era turbata e non trovava più parole per ringraziare.
— È troppo, è troppo, grazie, — continuava a dire, — quanto siete buoni!