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il cotone e la lana a falde, e a mano a mano che passava da alcuni forellini messi in moto da ruote dentate, s’andava assottigliando, in modo che si avvolgeva in fili sottilissimi intorno alle centinaia di rocchetti, che giravano continuamente, come in una danza vertiginosa.

Il signor Guerini fece fermare la macchina, perchè vedessero bene, e allora il professor Damiati spiegò, come quegli arnesi dove il cotone era disposto a falde quasi in natura, facessero l’ufficio della conocchia che adoperavano le donne antiche per filare, e mostrò quale progresso si era fatto da quel tempo, in cui s’impiegavano parecchie giornate per filare un solo gomitolo di cotone, ed ora se ne filano centinaia in un’ora.

— Pare una magia, — dicevano quei ragazzi tutti attenti a vedere come in quel continuo ballare di rocchetti e di fili, le cose procedessero con tanta prestezza e precisione, ed espressero il desiderio che si rimettesse in moto la macchina; poi stettero ad osservare meravigliati, estatici, ammirando la velocità con cui andava, e la prontezza colla quale gli operai riappiccavano il filo che qualche volta si spezzava durante il lavoro, cambiavano i rocchetti e fermavano la macchina quando accadeva qualche incaglio.