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e di riguardi il male prese una buona piega: ma bisognava vedere com’era sfigurato il povero Giovanni! avea la faccia gonfia, tutta piena di piaghe, e Carmela con una pazienza da santa, vinceva il ribrezzo e la nausea che quella vista le incuteva, per curarlo e diminuirgli lo spasimo.

Furono venti giorni di vero martirio per la povera figliuola; e quello che le dispiaceva di più, era vedere che nè la madre nè Graziella davano segno di vita, mentre l’ammalato domandava nel delirio continuamente di loro.

Quando Giovanni incominciò a star meglio, allora conobbe la grande abnegazione della sua figlia, e l’egoismo della moglie e di Graziella, e disse a Carmela:

— Tu sei un angelo. Guai se non eri tu a curarmi! sarei morto come un cane; e dire che a te non badavo nemmeno! Come mi pento d’essere stato così ingiusto! Ma ora, noi due staremo sempre