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Carmela 193

triste; ma quando la matrigna le diceva che era un mostriciattolo, essa pensava alle parole di Gennaro, e si consolava.

Graziella cresceva a vista d’occhio, era bianca, rossa e prosperosa, ma di una bellezza volgare; avea poco cuore, e quando poteva, cercava d’umiliare la sorella in tutti i modi possibili; raccontava i suoi trionfi, i complimenti che le venivano fatti; era continuamente occupata ad adornarsi e ad agghindarsi allo specchio, pensava sempre a vestiti nuovi, tanto che il babbo dovea lavorare dalla mattina alla sera, per appagare i suoi capricci.

— Ma non ti pare che sarebbe tempo che Graziella guadagnasse qualche cosa? — diceva Giovanni alla moglie.

— Lascia che si diverta, è ancora una bimba, — rispondeva Anna; però, un giorno si decise di metterla da una sarta, affinchè imparasse il mestiere; ma ciò non valse ad altro che a darle un pretesto per