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Carmela 191


gaio della stradicciuola, dove vegetava priva d’un raggio di luce, la madre le faceva capire che colla sua faccia gialla era ben meglio che restasse nell’ombra, e già che non poteva brillare alla luce del sole dovea rassegnarsi ad essere utile alla famiglia.

Carmela nel suo isolamento aveva un solo amico: il figlio d’una vicina che abitava nella stessa viuzza, e che da bambino aveva giocato assieme a lei coi gusci d’ostriche. Egli si chiamava Gennaro, e quando sapeva che la signora Anna era uscita, andava dalla Carmela a raccontarle i piccoli avvenimenti della sua scuola, le parlava dei compagni, dei suoi divertimenti, della campagna, del mare e delle rappresentazioni di Pulcinella, alle quali assisteva spesso, ed essa stava là intenta ad ascoltarlo, pendeva dalle sue labbra e per quei racconti avrebbe lasciato qualunque divertimento.

Un giorno Gennaro la venne a salu-