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Dopo la festa 185


si guardava nello specchio per vedere se era ben pettinata e quasi si vergognava della sua casa modesta, del suo giardino, il quale non era che una corte con un po’ di piante, e diceva:

— Chissà che cosa diranno i Guerini, loro che hanno una villa così bella!

— Sciocca, — le diceva Maria, — colle tue idee sarai sempre disgraziata; noi non siamo ricchi e non possiamo competere coi nostri vicini; se non si contentano di venire nella nostra casa modesta, rimangano pure nella loro villa. Tu certo nei loro panni sdegneresti di venire da persone modeste come noi.

Elisa rimase tutta avvilita ed andò ad abbracciar la sorella dicendole:

— Non andare in collera, hai ragione, sono troppo ambiziosa, e voglio correggermi; ma non vengono mai, — soggiunse guardando fuori dalla finestra.

— Pazienza, — disse Maria, — abbiamo vissuto tanto tempo senza di loro e potremo vivere ancora.

— Eccoli, eccoli, — esclamò Carlo.

Infatti si sentì in distanza un rumore di ruote, e poi una carrozza si fermò davanti al cancello del cortile.

Scesero i ragazzi Guerini e l’istitutrice. Alberto diede a Vittorio una lente di una sua