Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
La festa campestre | 181 |
con tanti viali, tanti boschetti e tanti fiori; pensa che allontanandosi dalla casa c’era da perdersi come in un labirinto.
Fortunatamente che non c’era bisogno d’allontanarsi tanto, perchè tutti i divertimenti erano vicini, raccolti intorno alla villa; un vero incanto.
Della villa non potrei fartene la descrizione, perchè non vi entrai che un momento solo, ed ho preferito stare in giardino dove c’erano tanti giochi e tante bambine.
Non mi ricordo nemmeno tutto quello che ho fatto; so che ho giocato, ho ballato come una disperata, ho assistito ad una rappresentazione di burattini; figurati che Arlecchino voleva far da maestro agli altri, e intanto diceva una quantità di spropositi, che ci facevano smascellar dalle risa.
Ho mangiato una quantità di pasticcini deliziosi, e mi sono tanto divertita, che credo in paradiso non ci si possa divertire di più.
C’era una lotteria, con regali per tutti, ed io ne ho avuto uno bellissimo, un astuccio con l’occorrente per scrivere; poi Alberto Guerini, il quale ha una macchina fotografica, fece la fotografia di tutti i presenti, a frotte, a gruppi, e mi promise una copia del gruppo, dove c’entro anch’io, per memoria di una giornata così bella.