Pagina:Cordelia - Piccoli eroi.djvu/187


La festa campestre 179


d’aspetto severo, e a quei fanciulli dava soggezione tanto che gli stavano innanzi cogli occhi bassi senza parlare.

Egli, per fargli animo, disse loro di raggiungere il crocchio dove si trovavano Alberto ed Elvira cogli altri invitati, e mentre si disperdevano correndo sul prato, rimase a chiacchierare con Maria. Parlarono dei bimbi e del modo di educarli: egli si mostrava impensierito, perchè ai suoi figli piacevano troppo i divertimenti e poco lo studio, e mostrò il desiderio che frequentassero casa Morandi, dove sapeva che i ragazzi erano studiosi e passavano le giornate occupandosi.

Maria parlò dei suoi fratelli, poi ammirò il giardino, la villa, e si mostrò riconoscente d’esser stata invitata ad una festa così bella, come non ne avea mai veduto l’uguale.

Infatti la festa riusciva bellissima, arrivavano da lontano degli equipaggi che conducevano signore eleganti, e bimbi belli, e ben vestiti.

Sul prato verde e pieno di gente, gli attrezzi della ginnastica e l’altalena erano presi d’assalto; poi si giocava alla palla, al volano, ai cerchi; in mezzo ad un boschetto ombroso c’era un casotto di burattini, che al momento in cui s’incominciò la rappresentazione raccolse intorno a sè tutta quella schiera di bimbi.