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E pareva incantato davvero: ad ogni tratto s’apriva un viale, poi si trovavano quasi rinchiusi in un boschetto misterioso, poi veniva un po’ di rado dove entrava esultante un raggio di sole, e alberi, e fiori, e sedili coperti di musco; ma per un bel tratto non trovarono anima viva; ad un certo punto soltanto incontrarono due cani danesi, che fecero subito amicizia con Mario e Giannina, e finalmente dopo aver passato un viale più largo si trovarono davanti alla bellissima villa tutta circondata di piante fiorite e illuminate dal sole, rallegrata da immensi zampilli d’acqua, che a quella luce parevano spruzzi di diamanti, e davanti videro un bel prato verde dove era preparata una quantità di giochi, e si trovavano aggruppate varie persone, belle signore eleganti, e vispi bambini che correvano e si trastullavano, ridendo e riempiendo quel giardino di vita e d’allegria.

I signori Guerini fecero molte feste ai Morandi, e la signora presentò al marito, Vittorio che aveva salvato Alberto, Angiolina quella brava figliuola ch’era stata tanto utile alla sua mamma, e Maria che amava già come una vecchia amica, della quale don Vincenzo e il professore Damiati avevano sempre parlato con molta stima. Il signor Guerini era un uomo cortese, ma