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faceva una vita molto a sè e tentò di rifiutare, ma la signora Guerini ci mise un po’ di insistenza; era una cosa alla buona, proprio campestre, senza etichetta, e aggiunse che avrebbe avuto un immenso dispiacere se non fossero andati tutti a rallegrare la sua casa; si fece promettere da Maria che non sarebbero mancati, poi la pregò di leggere ai suoi figli uno di quei bei racconti che divertivano tanto don Vincenzo e che erano così istruttivi.

— Sono racconti da ragazzi, — disse Maria tutta confusa.

— Ed è per questo che ho piacere che i miei figli li sentano, e la pregherò d’invitarci tutte le volte che ne farà la lettura.

— Sono tutti troppo buoni, — mormorò Maria.

— Sono così belli quei racconti! — entrò a dire Angiolina, — anzi bisogna che ora ne legga uno ogni giorno, perchè voglio sentirli tutti prima di andare a casa.

— Andiamo, ce ne legga uno, — disse la signora Guerini.

— Sì, — soggiunse Angiolina, — almeno il più breve.

— Ebbene, già che lo volete, non mette conto che mi faccia pregare; lo dico volentieri, tanto più che l’eroina è una persona di mia conoscenza.