rono a fare una fasciatura così forte come quella di Maria. Poi essa volle che imparassero a preparare un impiastro; prese dalla sua farmacia un po’ di farina di semi di lino, e insegnò a versarci sopra l’acqua bollente e fare come una poltiglia, poi a stenderla sopra una stoffa leggera e cucirla tutto intorno in modo che non uscisse; questa cosa divertì molto quelle bambine; come se fosse un gioco, vi si misero di buona voglia. Pareva proprio che ci trovassero gusto, e visto che Giannina si stancava di far la parte di ammalata, ricominciarono colla bambola, che da quel giorno fu considerata come un’inferma, ebbe la testa fasciata, le braccia coperte d’impiastri, e venne messa a letto dove di tratto in tratto riceveva le visite delle sue infermiere.