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— Voi siete di quelle che in un caso di disgrazia, invece di recare aiuto, scappereste un miglio lontano, e intanto il povero ammalato potrebbe morire, per mancanza di soccorso.

Angiolina invece, si metteva di buona voglia ad imparare; e quando furono dalla donna si fece forza ed aiutò Maria a fasciarle il braccio.

La poveretta diceva di sentirsi un po’ più sollevata, ma lungo il braccio aveva una piaga con tutt’attorno una striscia rossa infiammata. Maria la medicò con tutta delicatezza, lavando la piaga con acqua tiepida, poi mettendovi delle filacce inzuppate d’acqua fenicata e fasciando il braccio in modo che la fasciatura non si muovesse e nello stesso tempo non fosse tanto stretta da impedire la circolazione del sangue; poi legò un fazzoletto dietro al collo della donna in modo che le scendesse sul petto e le fece mettere dentro il braccio.

— Vi raccomando di non muoverlo, — disse Maria salutandola, ed uscì dicendo: — Giacchè Elisa si mostra tanto delicata, la prima volta che ci sarà da fasciare un ammalato, dovrà occuparsene lei.

Quando furono a casa incominciarono a parlare di mali e rimedii.

Angiolina voleva notarsi i consigli di Maria; essa aveva sempre il rimorso della risipola