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Tom e Frida 143


stancava di correre, e rendersi utile. Egli s’arrampicava come uno scoiattolo sugli alberi del bastimento, scendeva le scale colla massima rapidità, e stava ritto in piedi, anche quando il mare era agitato, e i più esperti marinai traballavano e perdevano l’equilibrio; non era un ginnasta per nulla.

Il capitano si affezionò a quel fanciullo così docile e laborioso, e gli propose di restar con lui e di fare il marinaio.

Il mare era sempre stato il sogno di Tom, e a quella proposta egli si sentì battere il cuore dalla gioia, tanto che si sarebbe sentito una voglia prepotente di abbracciare il capitano.

— Essere marinaio! — pensava, — viaggiare, vedere paesi nuovi, fare un mestiere nobile, vestire una divisa onorata, invece della maglia del saltimbanco, servire il proprio paese, invece di avvilirsi a fare il giocoliere e divertire una folla che l’avrebbe sprezzato; questa era la fe-