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La famiglia Morandi 3

dere la sua commozione; poi prese fra le mani la testolina bruna della figlia e la baciò dicendole:

— Dio t’aiuti e faccia sì che non t’abbia mai a pentire dell’incarico che ti sei preso! — Poi chiamò gli altri figliuoli e disse loro accennando a Maria: — Questa sarà la vostra mammina, mi raccomando, siate buoni e non la fate troppo inquietare.

Ecco come Maria si trovò a diciassette anni al governo della casa, coll’obbligo di dover pensare a cinque figliuoli irrequieti.

Non era ancora uscito suo padre, che Maria ebbe timore d’aver presunto troppo delle sue forze; dei suoi fratelli, Carlo, il maggiore, era insubordinato, Elisa piena di pretensioni, come se fosse una principessa, Vittorio studioso ma disordinato, Mario vivace ed irrequieto e la sola Giannina docile e buona; e mentre si sentiva disposta a dar loro dei consigli e ad aiutarli negli studii, come avea sempre fatto, le dava pensiero il fare da massaia. Quell’ufficio non era il suo ideale, non sapeva nemmeno da che parte incominciare, specialmente con una famiglia tanto numerosa, colle poche rendite di cui poteva disporre e in una città dispendiosa come Milano.

Il padre era impiegato alla ferrovia, aveva un discreto impiego, ma per mantenere tutta la fa-