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166 la musica e il teatro


istrumenti più ingrati, non sia mai riuscita a comporre nell’arte musicale, un’opera, non dico sublime, ma nemmeno mediocre.

Può darsi che applicando la mente allo studio dell’armonia, possa in avvenire far sgorgare la poesia che racchiude nell’anima in note melodiose, ma può anche essere che la sua natura si ribelli a tanto sforzo e si contenti della parte d’interprete delle ispirazioni altrui.

In ogni caso per dedicarsi alla musica con profitto, ci vogliono attitudini speciali, e fin troppe fanciulle imparano a tormentare qualche strumento, procurano di trar suoni più o meno grati dal gravicembalo, dall’arpa o dal violino, si contentano anche della chitarra o mandolino, pur di strimpellare qualche cosa, ma in generale non riescono che a tormentare le povere orecchie di chi le ascolta piuttosto che a divertirle.

Non basta saper trarre un suono più o