Pagina:Cordelia - Le Donne Che Lavorano.djvu/163


la donna nella pittura e nella scultura 155


a tutto questo non si riesce che collo studio incessante, col sacrificio di sè stessi, colle sofferenze che si provano per mettere sulla tela, vive, le immagini dipinte nel cervello, tanto che è molto difficile che un’opera d’arte compensi tutto quello che è costata di sforzi e di dolori. Bisogna anche notare che la pittura per aver ragione di esistere deve esser buona.

A che può servire un brutto quadro? Voglio avere un’impressione di viaggio, un ritratto d’una persona cara? C’è la fotografia che serve assai meglio con minor fatica e maggior precisione; e come adornamento, una cosa brutta è inutile e riesce all’effetto opposto di quello che si desidera.

Non occorre ad un pittore essere Raffaello o Michelangelo, ma per la donna esiste già abbastanza diffidenza, ed ella dovrebbe abbandonare i pennelli quando s’accorge di non riuscire a varcare quella linea che pu-