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donne avvocate 115


studio e di operosità, la sua domanda venne respinta col pretesto che non c’era una legge che permettesse alla donna l’esercizio dell’avvocatura.

Ma poi questa legge fu presentata al Parlamento, e dopo esser stata per parecchi mesi ad aspettare il suo turno venne accolta, ed ora la carriera del foro, se non ancora quella della magistratura, è aperta alla donna francese.

Nel Belgio invece, Maria Popelin, e da noi la signorina Poél, laureate in legge, invano chiesero di venir ammesse ad esercitare la professione alla quale avevano diritto per gli studi fatti.

È un ostracismo ingiusto che non potrà continuare a lungo se le nuove avvocatesse non cesseranno di patrocinare la loro causa, visto che vien loro negato di perorare quella degli altri; se la donna fermamente vuole, riesce finalmente a vincere, come ce ne ha dato l’esempio la donna francese.