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nell’insegnamento 97


na che non ha un alto grado di facoltà di suggestionare gli allievi, non potrà essere un buon maestro.

Vorrei che una ragazza, prima di scegliere la carriera dell’insegnamento, facesse un esame di coscienza per vedere se ne sente l’inclinazione e se dedicandosi ai piccoli prova tanto sentimento materno da essere soddisfatta di spargere un buon seme in quelle menti infantili e vedersi intorno un gaietto stuolo vispo e sorridente, rallegrarsene e non chiedere di più; se invece aspira ai più alti gradi dell’insegnamento, a cattedre nei licei e nelle università, oltre all’aver la mente temprata a forti studi deve poter lottare contro mille difficoltà per ottenere un posto, pel quale molti sono gli aspiranti, ma pochi gli eletti, e sopportare talvolta un trattamento ingiusto, perchè non è ancora del tutto scomparso il pregiudizio che nega che una donna a parità d’istruzione possa valere quanto un uomo.

Cordelia, Le donne che lavorano 7