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naggi, che a dir vero ci danno un po’ di soggezione, soltanto all’ora della colazione o del pranzo, essi sono graziosi con noi, scherzano, ma ci trattano troppo da bimbe. C’è fra gli altri un commendatore che ci vuol far sempre dei complimenti; un giorno mentre si entrava ci disse:

— Ecco la primavera....

La zia si ribellò:

— Che? Intende forse che gli altri siano l’autunno o l’inverno?

— No, — rispose galantemente il commendatore, — noi siamo l’autunno e lei una splendida estate.

La zia sorrise, ma non fu malcontenta.

Qualche volta però quei signori si lasciavano trascinare a certi discorsi che non erano convenienti per noi ragazze, noi si fingeva di non capire, ma c’imbarazzavano. La zia faceva dei cenni e mostrava che c’eravamo