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un giornaletto che mi recasse notizie di mio padre, avrei dato tutto quello che possedevo per averlo e non avrei detto niente a nessuno; pregavo, supplicavo, mi facevo buona, gentile, carezzevole, e regalavo i quattrini che m’avea lasciato il babbo prima di partire.

Non so qual buona fata siasi impietosita di me; so soltanto che tutte le sere trovavo sotto al mio guanciale il giornale tanto desiderato. Non vi fu mai cosa che mi recasse tanto piacere come quel pezzo di carta stampata, e i sotterfugi che facevo per leggerla di nascosto. Non leggevo, divoravo cogli occhi le notizie della guerra; sempre cercandovi un nome che non sapevo se desiderare o temere che vi fosse riportato.

Era stata dichiarata la guerra e le truppe si avanzavano e si dovevano incontrare fra pochi giorni ed io ero colla mia mente assai lontana dal collegio, e il cicaleccio delle mie