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e di simpatia, ell’è un angelo, una santa, una vittima.
La sua arte d’ingannare deve certo avere delle raffinatezze ignorate, se, colpevole, si fa credere innocente, e perversa, si fa credere una santa.
Ma non voglio annoiarvi di più colle mie considerazioni, rimetto la mia causa nelle vostre mani e in queste ore di attesa mediterò sull’ingiustizia del mondo, sulla bizzarria della sorte che può trascinare alla Corte d’Assise, dinanzi ai giudici, anche le persone che parevano destinate a passare una vita tranquilla e felice.
Non so che cosa mi prepari l’avvenire, so che non aspetto nulla, non chiedo nulla, ma spero che mi sarà fatta giustizia; e in questo momento di terribile prova rimpiango amaramente di non aver abbastanza fede per credere ad una giustizia al di là della nostra