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più; mi faceva delle domande alle quali rispondevo a sproposito.
Anche lei era infelice, poverina! Da qualche giorno non veniva più Alberto a giocare con lei, e mi andava dicendo colla sua vocina e colle lagrime agli occhi: — Senti, mamma, se Alberto non viene e tu non mi dai retta, mi annoio e faccio dei capricci; ma io non le badavo, nessuna cosa avea il potere di togliermi ai miei tristi pensieri, alle divagazioni della mia fantasia.
Quella vita non poteva continuare, avevo bisogno di far qualche cosa; e visto che la gioia e la felicità m’avevano abbandonata, volevo immergermi tutta nel mio dolore, e colla simulazione scoprire tutt’intero il tradimento di mio marito, e poi vendicarmi in un modo o nell’altro.
Ero risoluta di tentare qualunque mezzo per giungere al mio intento; non avevo, è