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compresi, mi riscossi e m’allontanai impetuosamente.

Era dunque vero! Non era più concesso fidarsi di nessuno, non esisteva l’amore, non si potea credere all’amicizia, che disillusione! e caddi sulla poltrona dando in uno scoppio di pianto.

Vi fu un momento di silenzio; fra le mie lagrime e il mio turbamento, sentivo il suo respiro affannoso, lo indovinavo agitato, confuso, tremante, poi lo udii fare alcuni passi per avvicinarsi a me; ebbi paura, mi alzai con impeto e toccai il bottone del campanello elettrico.

Egli fece per andarsene, gli feci cenno di rimanere un minuto, non volevo infliggergli quell’umiliazione davanti al mio domestico, al quale ordinai di accendere il lume sgridandolo d’averci lasciati al buio.

Avevo bisogno di sfogarmi, e quella sgridata mi fece bene.