Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/149


— 139 —


sopportare la sua indifferenza che mi penetrava nel cuore come la lama di un pugnale!

Nei momenti di maggior calma pensavo di mostrarmi a lui sotto un aspetto più seducente, studiavo nuove eleganze e raffinatezze per riafferrarlo; come il naufrago, mi attaccavo all’ultima tavola di salvezza. Non ho certo il rimorso di non aver tentato ogni mezzo per farlo ritornare a me. Nelle poche ore che stava in casa, procuravo di fargli le migliori accoglienze, di indovinare i suoi desiderii per appagarli, invitavo i suoi amici pre-feriti tanto per trattenerlo più a lungo presso di me; ma tutto era inutile, egli in casa s’annoiava e non tentava nemmeno di nasconderlo.

La mia era una lenta agonia alla quale avrei preferito mille morti. Ero ridotta al punto d’essere contenta quando lo vedevo di cattivo umore.

Erano talvolta giornate terribili, nelle quali