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catene 191


che ci avvolgevano in culla, ci si assogetta ad una schiavitù assai più dura di quella che prima ci teneva avvinti, — sembra una contraddizione, ma pure è così; — e a quei ceppi noi porgiamo le braccia di buona voglia, col volto sorridente, senza alcun pensiero. Sono catene imposteci dalla società, dalla moda, dalle consuetudini e tanto più deplorevoli, perchè assurde ed inutili.

Quando si va alla scuola, si è schiavi dell’opinione dei nostri compagni, e prima di fare la più piccola cosa ci si guarda intorno, e si dà un gran peso a quello che penseranno di noi. Se abbiamo voglia di studiare ed essi invece vogliono giocare, noi ci si lascia trascinare al gioco. Se la mamma non vuol metterci in quella tal occasione un vestito nuovo, noi si piange per volerlo, perchè si sa che gli altri lo mettono; se ci dice di portare con noi i nostri libri, non vogliamo perchè gli altri li fanno portare dal servitore; e così via ci facciamo schiavi di tutto e di tutti, non si