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primi studii 133


virsene come una sanzione del loro modo di scrivere, quando sanno già abbastanza metterla in pratica. Non ch’io creda che lo studio debba essere trattato come un divertimento; anzi bisogna che si avvezzino i fanciulli da principio alla fatica e a vincere le difficoltà, ma non approvo la fatica tanto sgradevole da mettere in uggia lo studio; prima conviene che un fanciullo comprenda l’utilità d’una cosa, allora studierà con amore ciò che altrimenti avrebbe studiato con noia e indifferenza.

Sul principio si deve dare ai nostri bimbi giuochi che sembrano studi, e studi che sembrano giuochi; mano mano che progrediscono, gli studi devono esser presi seriamente; soltanto bisognerà variare le loro occupazioni perchè soffrirebbero molto se dovessero stare come noi intenti ad una cosa sola per parecchie ore. — Sieno però immersi ne’ trastulli, nei libri o in altri esercizi, dobbiamo procurare che non rimangano mai un minuto in ozio; noi forse si potrà stare delle ore oziosi pensando ai casi