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capitolo iv. 47


103. Quando tu sarai in mezzo alle truppe, e che farai fare la preghiera, una parte dell’esercito dovrà prendere le armi, e pregare: quando avrà fatto le adorazioni1 si ritiri indietro, ed allora l’altra parte dell’esercito, che non ha ancor fatta la preghiera, gli succederà. Che ognuno si tenga all’erta, e sotto le armi. Gl’infedeli vorrebbero che abbandonaste le armi e bagagli, per potersi gettare all’improviso su voi. Se la pioggia v’incomoderá, o se sarete malati, non sarà peccato di deporre le vostre armi; tuttavia fatelo con precauzione. Dio prepara agl’infedeli un supplizio ignominioso.

104. Terminata la preghiera, pensate ancora a Dio, siate pure in piedi, seduti, o coricati sui fianchi. Tosto che vi vediate in sicuro, fate la preghiera. Essa è per i credenti un’obbligazione espressa a talune ore fisse.

105. Non rallentate di vigore nel perseguitare il nemico. Se voi soffrite, esso soffrirà come voi; ma dovete sperare da Dio ciò che esso non può sperare. Dio è sapiente e savio.

106. Noi ti abbiamo mandato il libro che contiene la verità acciò che tu giudichi gli uomini dietro quello che Iddio ti ha fatto conoscere. Non entrare in disputa coi perfidi, ed implora il perdono di Dio. Egli è indulgente, e misericordioso.

107. Non disputerai con noi in favore di coloro che hanno agito perfidamente verso loro stessi. Dio non ama l’uomo perfido, e peccatore.

108. Essi possono occultare i loro disegni agli sguardi degli uomini, ma non li occulteranno a Dio, che è ai loro fianchi, quando la notte tengono discorsi che gli dispiacciono. Egli, colla sua scienza, sa tutto quello che fanno.

109. Voi disputate con me in questo mondo a loro favore. Chi disputerà con Dio a favor loro il giorno della resurrezione? Chi sarà il loro protettore?

110. Chiunque avrà commesso una cattiva azione, avrà agito iniquamente per la propria anima, ma implorerà quindi il perdono di Dio, e lo troverà indulgente, e misericordioso.

111. Chi commette un peccato, lo commette a suo proprio danno. Dio è sapiente, e savio.

112. Chi commette una mancanza, od un peccato, e poi lo ritorce sopra un innocente, sopporterà il peso d’una menzogna, e d’un peccato evidente.

113. Se non era la grazia di Dio, e la sua misericordia per te, una parte di coloro che avevano risoluto di smarrirti sarebbero riusciti nell’intento; ma non hanno smarrito che loro stessi, e non hanno potuto nuocerti2. Dio ha fatto scendere su te il libro, e la saviezza; ti ha appreso ciò che tu non sapevi. La grazia di Dio verso te è stata grande!

114. Nella maggior parte de’ loro trattenimenti segreti non vi è nulla di buono. Ma chi raccommanda l’elemosina, o un’azione onesta, o la concordia fra simili, se lo fa per desiderio di piacere a Dio, avrà certamente da noi una ricompensa magnifica.

115. A colui che farà una scissione col profeta, dopo che la vera direzione gli sarà apparsa, a colui che seguirà una strada diversa da quella dei credenti, noi volgeremo le spalle siccome egli le ha rivolte a noi, e lo avvicineremo alla pena del fuoco. Che terribile risultato!

116. Dio non perdonerà il delitto di coloro che gli associano altre divinitá;


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  1. La preghiera maomettana si compone di genuflessioni r’k’a, e di adorazioni sudjud, che consistono a prostrarsi colla faccia sulla terra.
  2. Questo deve riferirsi ad un furto commesso da un figlio di un compagno di Maometto per il quale si sarebbe voluto far cadere la colpa sopra un ebreo. Maometto era sul punto di condannare l’ebreo, quando gli furono rivelati i versetti 112 e 113.