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CAPITOLO XC.

il territorio.

Dato alla Mecca. — 20 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  Io non giurerò per questo territorio,

2.  Il territorio che sei venuto ad abitare;

3.  Nè per il padre, nè per il figlio.

4.  Abbiamo creato l’uomo nella miseria.

5.  S’immagina forse che niuno è più forte di lui?1

6.  Ei grida: Ho speso somme enormi.

7.  Pensa l’orso che niuno lo veda?

8.  Non gli abbiam noi dato due occhi,

9.  Una lingua e due labbra?

10.  Non l’abbiam noi condotto sulle due grandi strade (del bene e del male)?

11.  E pure non ha ancora discesa la calata.

12.  Che cos’è la calata?

13.  È di ricomperare gli schiavi,

14.  Di nudrire, in tempo di carestia,

15.  L’orfano con cui siamo legati per sangue,

16.  O il povero che dorme per terra.

17.  Colui che agisce così, e che inoltre crede, o raccomanda la pazienza agli altri, cho consiglia l’umanità,

18.  Sarà fra quei che occuperanno la dritta nel giorno del giudizio.

19.  Quei ch’avranno accusato i nostri sogni di bugie occuperaimo la sinistra;

20.  Saranno circondati d’una volta di fiamme.


CAPITOLO XCI.

il sole.

Dato alla Mecca. — 15 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  Per il sole e la sua chiarezza,

2.  Per la luna, quando lo segue da vicino,

3.  Per il giorno, quando lo fa vedere in tutto il suo splendore,

4.  Per la notte quando lo vela,

5.  Per il cielo, e per colui che l’ha fabbricato,

6.  Per la terra, e per colui che l’ha distesa (come un tappeto),

7.  Per l’anima, e per colui che l’ha formata,

8.  E che le ha insinuata la sua malvagità e la sua pietà;


  1. Gli uni credono che in questo passo si fa allusione a Walid-ben-Moghaiza, uno pei più terribili avversarj di Maometto; altri che questo passo concerne un certo Abul Achadd ebn el Kaida, dotato d’una forza erculea.