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capitolo xxxvii. | 229 |
103. E quando si furono abbandonati ambidue alla volontà di Dio, e ch’Abramo l’ebbe già disteso colla faccia contro la terra,
104. Gli gridammo: O Abramo!
105. Tu hai creduto alla tua visione, ed ecco come ricompensiamo i virtuosi.
106. Certamente, era una prova decisiva.
107. Ricomprammo (suo figlio) con una vittima generosa1.
108. Lasciammo sussistere per lui fino alla posterità remota le seguenti parole:
109. La pace sía con Abramo!
110. Così noi ricompensiamo i virtuosi.
111. Egli è nostro servo fedele.
112. Gli annunziammo un profeta in Isacco il giusto.
113. Prodigammo la nostra benedizione sopra Abramo, e sopra Isacco. Fra i loro discendenti v’è chi è giusto, e chi è iniquo verso se stesso.
114. Abbiam colmato di benefizj Mosè, ed Aronne.
115. L’abbiam liberati ambedue, insiem al lor popolo, da una gran miseria.
116. Li abbiam ajutati, e furono i più forti.
117. Abbiam dato ad ambedue (Mosè ed Aronne) il Libro chiaro.
118. E li abbiam diretti nel sentiero dritto.
119. E lasciammo sussistere per essi fino alla posterità più remota queste parole:
120. La pace sia con Mosè ed Aronne!
121. Così ricompensiamo i virtuosi.
122. Erano ambidue nostri servi fedeli.
123. Elia anche era nostro apostolo.
124. Quando disse al suo popolo: Non temerete? Adorerete Baal, ed abbandonerete il più abile de’ creatori?
125. Così noi ricompensiamo i virtuosi.
126. Egli era nostro servo fedele.
127. Loth pure fu uno de’ nostri apostoli.
128. Quegli che noi salvammo con tutta la sua famiglia.
129. Ad eccezione della vecchia ch’era rimasta in dietro.
130. Esterminammo gli altri.
131. Voi passate vicino alle loro case, la mattina,
132. E la notte; non riflettete?
133. E Gionata ancora fu nostr’apostolo.
134. Si ritirò sopra una barca carica.
135. Fu tirato a sorte, e fu condannato (ad esser gittato in mare).
136. Il pesce l’inghiottl; egli era incorso nel nostro biasimo.
137. E se non avesse celebrate le nostre lodi,
138. Sarebbe rimasto nelle viscere del pesce fin’al giorno in cui gli uomini saranno risuscitati.
- ↑ Secondo i musulmani, non è Isacco che doveva essere sagrificato, è Ismaele. Appoggiano questa versione sulle parole di Maometto, che suoleva dire che, fra i suoi antenati, ve ne furono due che dovevano esser sagrificati a Dio, l’uno Ismaele da cui pretendea discendere, l’altro suo padre Abdallah. Abaol Mottalib, nonno di Maometto, domandava a Dio di scuoprirgli l’antica sorgente di Zemzem (alla Mecca) e di dargli dieci figli, e fece voto di offrirlo in sagrifizio a Dio. Le sue preci furono esaudite, e uno de’ dieci figli, Abdallah padre di Maometto, fu ricomprato col sagrifizio di cento cammelli. D’allora in poi il prezzo del sangue umano fu valutato a cento cammelli.