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capitolo xxxv. | 221 |
19. Niun’anima caricata del suo proprio peso porterà quello d’un’altra, e se troppo caricata, domanda ad essere alleggerita d’una porzione, essa non lo sarà, e neppure dal suo prossimo. Avvertirai coloro che temono Dio nel fondo (del lor cuore) e che fanno la preghiera. Chi sarà puro, lo sarà per suo proprio bene, poichè un giorno tutto tornerà a Dio.
20. Il cieco, e quello che vede non sono la stessa cosa, come le tenebre e la luce, il fresco ed il caldo.
21. I vivi ed i morti non sono la stessa cosa; Dio si farà sentire da chi vorrà; e tu non puoi farti sentire nei sepolcri. Tu non devi che predicare.
22. T’abbiamo mandato con una missione vera, incaricato d’annunziare, e d’avvertire. Non v’è una sola nazione in cui non vi sia stato un apostolo.
23. Se ti trattano d’impostore, i loro antenati hanno anche trattato d’impostori gli apostoli che si presentarono con segni evidenti, colle Scritture, e col Libro che illumina1.
24. Ho punito coloro che non hanno creduto; e qual gastigo terribile!
25. Non vedi che Dio fa discendere l’acqua dal cielo? Con quest’acqua abbiamo ricavato (dalla terra) frutta di tante qualità. Nelle montagne vi sono dei sentieri bianchi e rossi, di diversi colori; vi sono dei corvi negri, e, fra gli uomini, i rettili, e gli animali, ve ne sono di differenti colori2. Così i più sapienti servi di Dio lo temono. È potente, e indulgente.
26. Quei che recitano il Libro di Dio, che osservano la preghiera, e che fanno l’elemosina dei beni che lor diamo in segreto ed in pubblico, devono contare sopra un fondo che non perirà giammai.
27. Dio pagherà la loro mercede, e vi aggiungerà ancora la sua grazia; poich’è indulgente, e riconoscente.
28. Ciò che l’abbiamo fin qui rivelato sul Libro (il Corano) è la verità stessa: egli conferma ciò ch’era stato dato prima della sua rivelazione. Dio è istrutto di ciò che fanno i suoi servi, e vede tutto.
29. Abbiamo quindi accordato il Libro come un’eredità a quei nostri servi ch’abbiamo eletti noi stessi. Taluno si perde da se stesso; taluno è perplesso (fra il bene, ed il male); taluno, col permesso di Dio, ha superato tutti colle buone opere. È un merito immenso.
30. I giardini di Eden (saranno per i virtuosi); vi entreranno, e vi si adorneranno di smanigli d’oro, e di perle; le loro vesti saranno di seta.
31. Diranno: Gloria a Dio, che ha allontanato da noi l’afflizione! Il nostro Signore è indulgente, e grato.
32. Per un tratto di sua grazia, ci ha dato ospitalità nella casa eterna, dove non sentiremo più la stanchezza, nè il languore.
33. A quei che non han creduto, il fuoco dell’inferno. Il decreto che li fa morire (e termina i loro tormenti) non sarà reso, nè il supplizio dell’inferno sarà mitigato. Così compenseremo chi non crede.
34. Grideranno (dal fondo dell’inferno): Signore! facci sortire di quà; praticheremo la virtù diversamente che non l’avevamo fatto prima. — Non vi abbiamo noi accordata una vita abbastanza lunga, affinchè colui che doveva riflettere avesse il tempo di farlo? Vi fu mandato un apostolo.
35. Subite dunque la vostra pena; non vi sono protettori per i malvagi.
36. Dio conosce i segreti dei cieli e della terra, conosce ciò che i cuori tengon nascoso.
37. Egli vi costituisce suoi incaricati sulla terra; chi non crede porterà il