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capitolo xviii. 145


lente come il metallo fuso che loro abbrucerà la faccia! Che bevanda detestabile! Che orribile luogo di riposo1.

29.  Quei ch’avranno creduto, e praticato opere buone..... certamente, che nen faremo mancare la ricompensà di chi avrà agito meglio.

30.  A questi i giardini in Eden; scorreranno delle acque sotto i loro piedi; si adorneranno di braccialetti d’oro, si vestiranno di stoffe verdi di seta, assisi appoggiati su dei sedili. Che bella ricompensa! Che luogo di riposo meravíglioso!

31.  Proponi loro in parabola quei due uomini: Ad uno di essi demmo due giardini piantati di viti; circondammo questi giardini di alberi di palme, e fra due giardini ponemmo dei campi seminati. Ambedue i giardini produssero frutta, e non furono sterili.

32.  Facemmo scorrere un fiume in mezzo a questi giardini. Quest’uomo raccolse gran quantità di frutta, e parlando col suo vicino gli disse: Io sono più ricco di te, ed ho una famiglia più numerosa.

33.  Entrò nel suo giardino colpevole verso se stesso, e gridò: Io credo che questo giardino non perirà mai.

34.  Io non credo che l’ora arriverà mai; e se io ritornassi dinanzi a Dio avrò in cambio un altro giardino anche più bello di questo.

35.  Il suo amico, mentre così parlavano, gli disse: Non credi tu in colui che t’ha creato dalla terra, poi dallo sperme2, e che ti ha date le proporzioni perfette d’uomo?

36.  In quanto a me, Dio è il mio Signore, e non gli associerò alcun altro.

37.  Perchè non dici piuttosto, entrando nel tuo giardino: Sarà quel che Dio vorrà; non vi è forza se non in Dio. Benchè tu mi vegga più povero, e con meno figli,

38.  Forse Dio m’accorderà qualche cosa che valerà più del tuo giardino; farà cadere dei fulmini dal cielo, ed un bel giorno sarai ridotto in sterile polve.

39.  Le acque che lo bagnano possono sperdersi sotto terra, dove non potrai ritrovarle.

40.  Le possidenze dell’incredulo furono distrutte con tutte le frutta. Egli si torceva le mani, deplorando le spese fatte, poichè le viti restavano sui pali spogliate delle loro frutta, e gridava: Dio volesse che non gli avessi associato altro Dio!

41.  Non vi era alcun esercito che avesse potuto soccorrerlo contro Dio; egli non troverà verun soccorso.

42.  Il proteggere non appartiene che a Dio solo, il Dio vero. Egli sa ricompensare meglio di chiunque, e procurare il più opportuno spediente.

43.  Proponi loro la parabola della vita mondana. Essa rassomiglia all’acqua che facciamo piovere dal cielo; le piante della terra s’immischiano con essa; l’indomane sono secche; i venti le disperdono. Poichè Dio è onnipotente.

44.  Le ricchezze, ed i figli sono gli ornamenti della vita mondana; ma le buone opere che restano ottengono presso il tuo Signore una ricompensa migliore, e danno più belle speranze.

45.  Un giorno quando faremo camminare le montagne, vedrai la terra livellata come una pianura: riuniremo tutti gli uomini, senza scordarne un solo.

46.  Compariranno innanzi il tuo Signore disposti per ordine. Dio dirà loro:

  1. La parola del testo è mortefik che vuol dire appoggiatojo. Maometto avendo detto prima che i riprovati saranno circondati di fuoco, ed avranno l’acqua bollente per dissetarsi, esclama che la bevanda e l’appoggiatojo sono orribili.
  2. Cioè, prima la creazione diretta d’Adamo cavato dal fango; poi la creazione della specie umana per mezzo della generazione.