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capitolo xii. | 113 |
3. Ti racconteremo la più bell’istoria che t’abbiamo rivelata in questo Corano, un istoria di cui fin qui non hai avuto conoscenza.
4. Un giorno Giuseppe disse: Padre mio! ho veduto undici stelle, e il sole, e la luna, che m’adoravano.
5. Figlio mio, rispose Giacobbe, bada bene di non raccontare questo sogno a tuoi fratelli, acciocchè non abbiano ad immaginare contro di te qualche artifizio, poichè satanasso è il nemico dichiarato dell’uomo.
6. Così Dio ti prenderà per il suo eletto, e t’insegnerà l’interpetrazione degli avvenimenti; ti colmerà de’ suoi beneficj, te, e la famiglia di Giacobbe, Siccome ne ricolmò i tuoi antenati Abramo, ed Isacco. Il tuo Signore è sapiente, e saggio.
7. Per verità vi sono nella storia di Giuseppe, e de’ suoi fratelli, dei miracoli per quei che disputano1.
8. Un giorno i suoi fratelli si dicevano l’un coll’altro: Giuseppe, ed il suo fratello Beniamino, sono più cari a nostro padre, e pure noi siamo in maggior numero. In verità nostro padre è in errore evidente.
9. Uccidete Giuseppe, ovvero allontanatelo; le affezioni di vostro padre saranno esclusivamente per voi. Quindi voi vi condurrete da persone da bene.
10. Uno di loro disse allora: Non date la morte a Giuseppe, gettatelo piuttosto in fondo ad un pozzo, se volete assolutamente farvene; qualche viandante passerà, e lo raccorrà.
11. Un giorno i fratelli di Giuseppe dissero a Giacobbe: Padre nostro! perchè non ci affidi Giuseppe? e pure noi gli vogliamo bene.
12. Lascialo venire domaní con noi, ei pascerà le mandre, e si divertirà: noi lo guarderemo.
13. Io sarò dispiacente, disse Giacobbe, se lo condurrete con voi. Temo che qualche lupo lo divori in un momento che non baderete a lui.
14. Se un lupo venisse per divorarlo, noi, che siamo in molti, saremmo ben sufficienti per poterlo difendere.
15. Quindi condussero Giuseppe con loro, e tutti d’accordo lo gettarono in un pozzo. Noi facemmo questa rivelazione a Giuseppe: Tu ridirai a loro (un giorno) ciò che hanno fatto, e non lo comprenderanno2.
16. La sera si presentarono innanzi al loro padre piangendo.
17. Padre nostro! dissero, ci siamo allontanati per vedere chi correva più di noi, ed abbiamo lasciato Giuseppe vicino ai nostri cani da caccia, ed intanto un lupo l’ha divorato. Ma tu non ci crederai, sebbene ti diciamo la verità.
18. Quindi gli mostrarono le sue vesti macchiate di altro sangue3. Giacobbe lor disse: No; siete voi che avete simulato ciò; ma è meglio prender pazienza. Imploro il soccorso di Dio nella disgrazia che mi narrate.
19. Accadde che alcuni viaggiatori passarono di là; mandarono un uomo a prendere dell’acqua; costui calò il secchio nel pozzo, e gridò: Che fortunato incontro! ho trovato un fanciullo. Lo nascosero per venderlo: ma Dio conosceva le loro azioni.
20. Lo venderono per un prezzo vile4, per pochi drammi d’argento, e poco curando di ritenerlo con loro.
- ↑ Così sembra doversi intendere la parola Sailin, giacchè questa storia fu raccontata da Maometto ai coreiciti, che, per imbarazzarlo, gli domandarono la storia di Giuseppe.
- ↑ In Egitto quando i suoi fratelli vennero a cercare le granaglie.
- ↑ Parola per parola, d’un sangus menzognero, cioè che non era sangue di Giuseppe.
- ↑ Giuseppe è per i maomettani il tipo della bellezza. Perciò l’espressione: ven-