O saggia in vero, e perspicace Gente,
Della Mesopotamia eterno onore,
Degna, che altare ed essa, e bel Trofèo 60Innalzasser di sfere, e di quadranti,
Astrolabj, compassi, e telescopj
I ventur Matematici divini,
Perch’ella ai chiari Astronomi primiera
Aprì del Cielo le stellanti porte, 65S’era contenta con acuto sguardo
De i Pianeti notar le curve vie,
E sù l’asse nativo, e intorno al Sole
Ad un tempo medesmo il doppio moto;
E tutto misurar il Ciclo ardente, 70Onde poscia saper Stagioni, e tempi
Di seminar, e di raccor le biade,
Sacrando a Bacco, a Cerere, a Pomona
Di pampini corone, e frutti, e spiche,
Cibo, e sostegno delle vite umane. 75Ma non paghi di tai modesti studj
Gli Astrologi Caldei superbi, e vani
Gli Arcani voller penetrar dei Cieli;
E insegnaron, che gli Astri avean valore
Raggiando di mandar fatali influssi 80De gli Uomini nascenti ai corpi, e all’alme;