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( LI. )


Virili membri a popolar bastanti
1115Non già un Pianeta sol, ma cento sfere.
Son torpidi però, freddi, e gelati
Questi gran Mostri di Natura, e solo
Una fiata in tutto l’anno irrita
Venere in essi suo prorito dolce.
1120Che alfin sia giunto l’aspettato tempo
De gl’innesti amorosi a lor dan segno
Pifferi, e Corni, e festeggianti fochi,
Che spargono per l’aer pioggia di raggi.
Allor le Gigantesse, ed i Giganti
1125Urtano insieme i smisurati corpi
Lussurianti strabocchevolmente
Con furia di tempesta, e di tremuto,
E alle gran scosse treman valli, e monti.
Come ai sospir d’Encelado, e Tiseo,
1130Crolla in Sicilia Mongibello, ed Ischia.
Dura tre giorni intieri il lor diletto,
Come due notti quel di Giove, quando
Languì sul petto della bella Alcmena.
Da i focosi anelanti abbracciamenti
1135Si distaccano mesti; e son poi sempre
Melancolici, e tristi infin che riede
Lor lunghi a terminar Sabbati, e magre


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