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(IV.)


10Che in numero e misura il Mondo han fatto:
Prendimi, o Dea, sul tuo fiammante cocchio;
Traggimi tu rapidamente teco
Dentro i Pianeti, e la bella Aurora
Rapì sul roseo mattutino carro
15Dalle spiagge Trojane il bel Titone,
E nel talamo suo portollo in Cielo.
A visitar dell’Etra i Cerchj ardenti
Me già non move una superba voglia
Di guidare i Cavalli ignei del Sole,
20Come tentò Fetonte incauto un giorno,
Onde poscia rimase in Cielo, e in Terra
Dell’incendio fatale infausto segno;
E sua morte, converse in pioppe, ancora
Dalla scorza gocciando ambra funebre,
25Piangono in riva al Po le sue Sorelle.
Io bramo di volar Dedalo novo
Sovra le nubi, e sovra i venti, solo
Per veder da vicin la forma, e il volto
De i Cieli, e de i Pianeti, e de le Stelle,
30Onde poscia scacciar da gli Uomin lunge
Il vil timore dei celesti influssi,
Che gli animi ignoranti agita, e turba,


Se