Se alcun Deucalion, se alcuna Pirra
immune andasse dalla gran procella,
I posteri sarìan confusi e incerti 1045A divinar qual mai ventura, o Fato
Portato avesse alle Montagne in vetta
Delle Balene, e delle Foche i teschi,
E i spini, e l’ossa di Delfini e d’Orche:
E quasi avesser le Giudaiche Croniche 1050Lette, emulando quel celeste Libro,
Come han fatto i Pagani al Mondo nostro,
Ed il Vate ingegnoso esul di Ponto,
Il qual cantò le trasmutate Forme,
E i suoi quindici libri ornò di molte 1055Avventure involate ai Scrittor sacri,
Del Giovial Pianeta i Sacerdoti
Sempre inclinati a sciorinar prodigj,
Forse racconterian portenti antichi
Di cattarate spalancate, e pioggia 1060Cento giorni caduta, e cento notti,
E che alfin comparì la piè di vento
Iride di Giunone Ambasciatrice
Con Diploma di pace in Ciel segnato,
E fariano volar Corvi, e Colombe 1065Con ramuscei di verde uliva al rostro