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noialtri antipodi 77

su questo stato di cose pel fatto che attualmente noi viviamo nella reazione, nel seno stesso della reazione. L’epoca delle guerre nazionali, del martirio ultramontano, tutto quel carattere d’intermezzo fra un atto e l’altro particolare alla attuale situazione dell’Europa, può difatti procurare un’improvvisa gloria a un’arte come quella di Wagner, senza garentirle per questo un avvenire. Gli stessi Tedeschi non hanno avvenire...

NOIALTRI ANTIPODI.


È noto, almeno fra i miei amici, ch’io ho cominciato per accanirmi contro il mondo moderno con qualche errore e qualche esagerazione, ma, ad ogni modo, con molte speranze. Consideravo — chi sa per quali esperienze personali? — il pessimismo filosofico del secolo decimonono come sintomo d’una superior forza del pensiero e d’una plenitudine di vita più vittoriosa di quella espressa da Hume, da Kant, da Hegel. Considerai la conoscenza tragica come il più bel lusso della nostra civiltà, come la sua più preziosa, più nobile, più pericolosa prodigalità, ma tuttavia, in ragione della sua opulenza, come un lusso che le era consentito. Così anche interpretai la musica di Wagner come l’espressione di una potenza dionisiaca dell’anima; e in essa