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34 | il caso wagner |
commediante allorchè sul resto dell’umanità si ha il vantaggio di aver intuito che quanto deve produrre un’impressione di verità non dev’esser vero. Questa frase fu formulata da Talma: contiene tutta la psicologia del commediante; contiene anche — non ne dubitiamo — la morale del commediante. La musica di Wagner non è mai vera.
— Ma essa è considerata come vera; e così deve essere. —
Finchè si resta ingenui, ed anche wagneriani, si crede alla ricchezza di Wagner; lo si considera come un prodigio di prodigalità, ed anche come un grande proprietario d’immobili nel dominio dei suoni. Si ammira in lui quel che la gioventù francese ammira in Victor Hugo, la «prodigalità regale». Poi li si ammira, l’uno e l’altro, per motivi contrari: come maestri e modelli di economia, come anfitrioni prudenti. Nessuno li eguaglia nell’arte di presentare con poca spesa una mensa principescamente imbandita.
Il wagneriano, col suo stomaco credulo, si soddisfa magari delle illusioni di nutrimento presentategli con arte di magìa dal suo maestro. Noialtri che, nei libri come nella musica, pretendiamo innanzi tutto la sostanza e che non sapremmo accontentarci di mense «rappresentate», noi ci troviamo assai peggio. Per parlare più chiaramente: Wagner