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28 | il caso wagner |
crisi di gusto, andando di passo in passo, di conclusione in conclusione.
Non mi fermo questa volta che su la questione dello stile. — Da che cosa è caratterizzata sempre qualsiasi decadenza letteraria? Dal fatto che la vita non è più nel tutto. La parola diventa sovrana e fa un salto fuor della frase, la frase s’ingrossa e oscura il senso della pagina, la pagina prende vita a spese del tutto; — il tutto non è più un tutto. Ed è quivi il segno di ciascuno stile di decadenza: anarchia degli atomi, disgregazione della volontà, «libertà dell’individuo» per parlare il linguaggio della morale, — e per farne una teoria politica: «Diritti eguali per tutti». La vita, la stessa vitalità la vibrazione e l’esuberanza della vita ricacciate negli organi più infimi, — il resto povero di vita. Ovunque la paralisi, la stanchezza, la catalessia, oppure il dissidio e il caos: l’uno e l’altro balzanti agli occhi sempre più, a misura che si ascende verso superiori forme di organizzazione. Il tutto è d’altronde completamente privo di vita: è un’agglomerazione, un’addizione artificiale, un composto fattizio.
Vi sono in Wagner, al principio, dei fenomeni di allucinazione, non toni ma gesti. È pei gesti ch’egli cerca innanzi tutto la semiottica musicale. Se si vuole ammirarlo è qui