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26 | il caso wagner |
«classico»). La ricerca delle basse seduzioni dei sensi, la ricerca della pretesa bellezza, ha snervato gl’italiani: restiamo tedeschi! Lo stesso Mozart nei suoi rapporti con la musica — Wagner ce l’ha detto a mo’ di consolazione — era in fondo frivolo... Non consentiamo mai che la musica possa servire di rilasciamento, che «allieti», che «faccia piacere». Non facciamo piacere, mai! — saremmo perduti se si tornasse all’idea dell’arte edonistica... È un cattivo Settecento... Invece nulla sarebbe di tanto salutare quanto, sia detto in confidenza, una certa dose... di santocchieria: sit venia verbo. Ciò conferisce una certa dignità. — E scegliamo l’ora nella quale conviene di veder nero, di sospirare in publico, di sospirare cristianamente, di far mostra di grande pietà cristiana. «L’uomo è perduto: chi lo salverà? come sarà salvato? Non rispondiamo. Teniamoci in circospezione. Poniam freno ai nostri desideri ambiziosi che vorrebbero farci fondatori di religioni. Ma nessuno deve sospettare che noi non lo salviamo, che la nostra musica sola non salvi... (Vedi il trattato di Wagner: La reliqione e l’Arte).
6.
Basta! Basta! lemo che traverso i miei motti giocondi non si riconosca con chiarezza