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lettera da torino 21

l’arte di Wagner è malata. I problemi ch’ei porta sulla scena — puri problemi d’isterismo — , quel che v’ha di convulsivo nelle sue passioni, la sua sensibilità irritata, il suo gusto ch’esige ingredienti sempre più forti, la sua instabilità ch’egli traveste principescamente, e sopratutto la scelta dei suoi eroi e delle eroine (un museo di malati!): tutte queste cose, unite insieme, ci presentano un quadro patologico che non lascia alcun dubbio: Wagner è un nevrotico. Nulla forse è oggi più noto, nulla in tutti i casi è meglio studiato del carattere proteiforme della degenerazione che si crisalida qui, in un’arte e in un artista. I medici e i fisiologi hanno in Wagner il loro caso più interessante, e almeno un caso completissimo. Appunto perchè nulla è più moderno di questa malattia generale di tutto l’organismo, di questa decrepitezza e di questa sovraeccitazione di tutta la meccanica nervosa, Wagner è l’artista moderno per eccellenza, il Cagliostro della modernità. Nella sua arte si trova mescolato, nella più seducente maniera, quanto v’ha oggi di più necessario a tutti, — i tre grandi stimolanti degli esauriti, la brutalità, l’artificiosità e l’innocenza (l’idiozia).

Wagner è una grande calamità per la musica. Ha intuito in essa un mezzo per eccitare i nervi stanchi, — ed è così che ha reso