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14 | il caso wagner |
sere errante per l’eternità; è un uomo che s’ammoglia — non ha più interesse per noi Interpretiamo questo a mezzo della realtà: il danno per l’artista, per l’uomo di genio — e son essi gli Ebrei Erranti — il danno rivede nella donna: le donne amanti sono la loro perdizione. Quasi nessuno ha sufficiente carattere per non lasciarsi corrompere — «salvare» quando si sente trattato come un dio — , egli accondiscende subito fino alla donna. L’uomo è vile dinanzi a tutto ciò ch’è eternamente feminino: e le donne lo sanno. In molti casi di amore feminino, e forse precisamente nei più celebri, l’amore non è che parassitismo più raffinato, un mezzo d’annidarsi in un’anima estranea, talvolta anche in una carne estranea - ed ahimè! quante volte a tutte spese dell’ospite!
È nota la sorte di Goethe in quella Germania puritana dai modi di vecchia zitella. Ei fu sempre uno scandalo pei tedeschi: non ebbe ammiratori sinceri che fra gli Ebrei. Schiller, il «nobile» Schiller, che riempiva le loro orecchie con parole grosse - egli appunto fu l’uomo secondo il loro cuore. Che rimproveravan essi a Goethe? La Montagna di Venere e il fatto di aver scritto epigrammi veneziani. Già Klopstock gli predicò la morale; e vi fu tempo nel quale Herder, parlando di Goethe, adoperava la parola «Priapo».