Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
lettera da torino | 11 |
2.
Voi già vedete come questa musica mi rende migliore. Bisogna mediterraneizzare la musica: ho le mie ragioni per enunziar questa formula. (Di là dal Bene e dal Male, af. 250) Il ritorno alla natura, alla salute, alla gaiezza, alla giovinezza, alla virtù! E intanto io fui uno dei wagneriani più corrotti... Fui capace di prender Wagner sul serio... Ah, vecchio mago, quante ce ne ha fatte! La prima cosa che l’arte sua ci offre è una lente d’ingrandimento: vi si guarda attraverso e non si crede più agli occhi propri. Tutto diventa grande: anche Wagner diventa un grand’uomo... Che accorto serpente a sonagli! Per tutta la vita egli ha agitato il sonaglio con le parole «rassegnazione» — «lealtà» — «purità»; e s’è ritratto dal mondo corrotto con una lode alla castità! E noi gli abbiamo creduto...
Ma mi comprendete voi? Preferite ancora il problema di Wagner a quello di Bizet? Io non lo stimo — io neppure — al di sotto del suo valore: ha certo il suo fascino. Il problema della redenzione è anche un assai venerabile problema. Niente ha fatto fare a Wagner riflessioni più profonde quanto la redenzione: l’opera di Wagner è l’opera della redenzione. V’è sempre nel suo mondo qual-