perché nulla ha da dir. Cortese appaia
ed affabile a tutto il sesso mio,
ma tra tutte me sola egli distingua.
Giusto decoro in publico conservi; 35in me confidi e ne’ suoi sguardi il mostri.
Mi si appressi di rado e con rispetto,
ma senza sciocca languidezza e senza
dimestichezza ardita ei mi saluti.
Allora, poi che delle pubbliche ore 40sia passata la noia ed a secreta
mensa concesso di gustar ne sia
vin di Sciampagna e dilicati polli,
possan le più piacevoli pazzie
lusinghiera recarci ora felice: 45da lunge ogni timor ci stia, da lunge
ogni discreto e timido contegno,
e l’arti dispregiando e le sembianze
tra la folla affettate, alfin scordiamci
ei d’esser rispettoso, io d’esser fiera. 50A lui sia dato il dimostrarsi audace,
né disconvenga a me ch’io gli perdoni.
In somma ne’ piacer più cari immersi
a gara confessiam che noi viviamo.
Ma perché più s’assodi il piacer nostro, 55indissolubilmente in un s’accoppi
l’amicizia e l’amore, e siami grata
la sua benevolenza allor che i suoi
consigli reggeranno i passi miei.
De l’amante di cui fovvi il ritratto 60non potrà allontanarmi alcun periglio,
né a me lo rapirà tutto del mondo
l’oro, e fino ch’io viva amerò sempre
tal creatura prodigiosa. Dove
io non la trovi, come vissi assai 65senza amor, morirò pur senza amore;
né mai mi si vedrà con le corische