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poesie 83

mentre a pro de la patria egli si volge,
135reggere lascia la famiglia tutta,
qual alma il corpo, a la prudente moglie.
     Così gli sposi da natura eletti,
mossi da amore e da ragione scorti
vivono, tra i lor volti e le lor voglie
140quella proporzïon dolce regnando
che regna tra la vista e tra la luce,
tra la lingua e ’l sapor, gli orecchi e ’l suono.
Aurea quindi amistà, candida pace,
lieta concordia in lor magione alberga,
145né da le porte, opra d’invidie e d’ire,
esce a vagar per la città, pe’ borghi,
l’alata occhiuta mostrüosa dea,
che porta cento orecchie e mille lingue
perché più dice che non ode o vede.
150mirar quindi le varie e tante
dolcissime d’amor industrie ed opre,
se mai d’amori favolose storie
a scriver m’occupassi, io non vorrei
già collocar le immagini leggiadre
155de le varie fortune o su le sponde
del Lignone1 o nell’arcadi contrade.
Sì preziosa non son che ne’ desiri
la tenerezza io limiti. Il romanzo
comincierei dall’imeneo concluso
160di due persone, per ragione unite
de lo spirto e del cor. Vita felice
che in un accoppia gl’interessi e i giorni!
A l’amata di dar gode l’amante
di stima e confidenza il pegno estremo,
165e l’amata a l’amante in ricompensa
con sollecite cure ognor procura
riposo e libertade. Oh vere prove,

  1. Romanzo dell’Astrea [H. D’Urfé, L’Astrée, Paris, 1614-(1633)].