che soli conducendo all’erbe il gregge.
De’ consigli, de l’opre e de gli amori 100beati un solo è il fine, uno il desio,
e non mai l’interrompe o scema o estingue
tristezza, sdegno, gelosia, dispetto,
rimostranza mordace, imperio duro.
Suole il volgo chiamar con riso amaro 105credulo sciocco e geloso tiranno
un marito, e chiamar suole una moglie
un demonio dimestico ed uscito
dalle spelonche de l’Inferno al giorno
per ingannar e tormentar. Sfacciati, 110maligni nomi; ma gli avvera spesso
il contegno, i lamenti ed i furori
di que’ mariti alle cui nozze assiste
ambizion, interesse e non amore.
Per altro il nome di marito e moglie 115nome è d’onor, di dignitade, e accenna
la civil vita onde chiamianci umani.
La moglie è come il dolce fin de l’opre,
ed il marito n’è il ministro saggio,
ed ambo denno in pubblico e in privato 120l’un con la lingua oprar, l’altra col ciglio,
l’uno in lei gloria e l’altra in lui virtute.
La sposa di servir gode a lo sposo,
né mai si mostra bassamente umile
e né pur mai senza umiltade altera; 125umiltà che dal cor, da gli occhi, quale
raggio da stella, in larga copia piove,
onde di grazia, di virtù, d’onore
ogni atto si rabbellì e amor risvegli
e riverenza. Dignità regale 130serba nel comandar l’amante sposo,
ma senza fasto ed arroganza, e cerca
più col comando prevenir la voglia
che contrastarla, e a perigliose imprese