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I

     Che comodi bensì, ma non delizie
la vita coniugale a l’uomo arrechi,
disse saggio novello1, e applauso n’ebbe
da la gente che sola esser nel mondo
5colta si vanta e dar le leggi e i nomi
del costume leggiadro a tutta Europa.
D’oppormi ardisco al celebrato dogma
ma falso, periglioso ed abborrito
dall’anime ben nate. Udite, o sposi,
10cui diede il Ciel virtù pari a l’amore.
     Proprî piaceri all’uomo e non a’ bruti
ci apprestò la natura: a noi non basta
gioir di scelto cibo o d’almo sonno
o d’altro instinto macchinale e cieco;
15convien che la ragion governi il senso,
e del senso i piaceri e della mente
stringa ingegnosa in armonia concorde,
da cui nasce virtude o ciò che rende
ad un tempo perfetti il corpo e l’alma.
20Un amor dunque che ragion non guida,
se gli manca virtù, destar non puote
piacer degno dell’uom. S’inebbri il core
di nettarea dolcezza allor che a forza
di sofferenze e sordidezze arriva
25a sfogar orgogliosa, avara voglia.

  1. Il Signor della Rochefoucault nelle sue Massime [CXIII].