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poesie | 99 |
VII
Perché vivete voi così solinga,
o Delia, e in languidezze ed in omei
trapassate la vita? Assai toglieste
a una folla d’amanti il vostro aspetto
5per ber l’angliche gocce. Il volto mesto,
il mesto cor non renderà la vita
al diletto Damone. È lungo tempo
che i vermi il divorâr; né più il vedrete.
Vi consigliate con lo specchio e il vostro
10viso mirate. Lagrime cotante
lo guasteranno, ed i perduti vezzi
non avranno altra primavera. Io nacqui
donna qual voi, e so qual voi la forza
ch’hanno i vapori. È infermità comune.
15Tutte abbiam mal di milza; e non sanaro
della moral le massime più sagge
il minore neppur de’ nostri guai.
Il più amabile voi tra tanti amanti
sceglier vi piaccia, e sopra tutto quello
20che più degli altri ha gioventude e spirto.
Io vi prego d’udirlo un’ora al giorno,
ed un’altra la sera, e questa dose
fia bastante rimedio al vostro male.
VIII
Colà vedete quelle due colombe
raddoppiare a vicenda i dolci baci,
e non curando l’invide censure
gl’innocenti piacer seguir contente.
5Non reo timor di povertà futura
la molle quiete al loro nido turba;