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96 mary wortley montagu

95Son tra la folla, e non la veggo o attendo;
odo gli amanti, e alcun amor non provo;
non m’invesca chi adùla; non m’infiamma
l’altrui beltade. Negligente veggo
le danze, e fredda ascolto i canti e i suoni.
100Così cammina su scogliosa rupe
innumerabil gregge, e non vi lascia
orma de’ passi. Manda indarno il vento
i forti soffî su le sorde pietre,
e in van con mormorio le batte il flutto.
105Grande il lavoro fia, grande il sudore
di chi tentasse d’improntar la selce.
Ma se arriva che mai pastor felice
e degli altri più industre imprima il proprio
nome sul marmo, i secoli correnti
110non mai l’aboliranno e della vita
nol raseranno le tempeste irate.
Potran coprirlo ben di musco gli anni,
ma se ben invisibile, profonda
rimaneravvi la segnata piaga.

IV

     Poco conosci il cor che tu consigli.
Vegg’io con occhio egual la varia scena
delle cose fallaci, e della Corte
tra la gran folla io mi ritrovo sola,
5e ad un trono più alto offro gli omaggi.
Da lungo tempo so apprezzare il mondo:
pietà mi prende delle sue follie,
e le sue pompe spregio. Con pazienza
soffro la mia noiosa sorte e attendo
10il mio congedo senza vil timore.
Di rado dell’uman genere osservo
le detestabil’arti; non ascolto