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Giudicando a tale stregua le nuove ferrovie, chi può valutare quale sarà l’importanza della rete peninsulare tirrena, il cui movimento è destinato a propagarsi in grandi proporzioni al di là dell’Appennino e delle Alpi? Chi poi potrebbe calcolare i resultati economici della Direttissima Bologna-Firenze, che estende la sua influenza sui tre quarti delle nostre ferrovie nonché sulle città e regioni più inclinate ai mutui scambi per le diverse condizioni del suolo, del clima e delle industrie, e che permette il transito celere ed economico di qualsiasi treno sulla linea passante pei centri di gravità del traffico peninsulare da Milano a Napoli?
Sotto l’aspetto militare l’importanza e l’urgenza della Direttissima è più evidente ancora. Durante la discussione fattasi sulle nostre vie strategiche nella Camera dei Deputati allorché si approvarono le nuove ferrovie in costruzione, venne dichiarato che occorrono otto giorni per trasportare 60,000 uomini dalla valle dell’Arno in quella del Po per la via Porrettana, quando fosse possibile di fare la restituzione dei materiale mobile per altre linee; e dodici giorni quando la restituzione avvenga per la linea stessa 1
Ora, quando si sa che tutto ciò è subordinato alla possibilità, alquanto problematica durante la guerra, di ottenere sulle forti rampe appenniniche ad un solo binario un servizio regolare; quando si sa che in otto o dieci giorni, coi mezzi che oggi si adoperano per far la guerra e collo stato delle nostre coste, si possono decidere o compromettere seriamente le sorti della patria, tanto nella valle del Po, ove si troveranno schierate le maggiori nostre forze, quanto nel bacino tirreno ove saranno sparpagliate quelle che devono difendere la capitale, le nostre spiaggie e le nostre vie di comunicazione interne; quando si sa che, colle grandi masse oggidì occorrenti per far pendere la bilancia da una parte, e colla rapidità fulminea che richiedono le mosse per essere efficaci, non è con 60 mila uomini, ma col doppio, col triplo, col quadruplo di forze che bisogna piombare, e prontamente, sul nemico ovunque si presenti o sia prevalente; quando si sa che la Porrettana e la Faentina valgono poco più di una buona strada ordinaria, e che, per deficienza di materiale mobile idoneo, per false manovre, sviamenti, scontri o guasti in piena corsa, possono essere ridotte all’inazione; quando lo stesso servizio di approvvigionamento e rifornimento dell’esercito accampato sul Po può essere compromesso, poiché uno scontro od uno sviamento nelle gallerie appenniniche può interrompere il servizio per parecchi giorni, noi dobbiamo rimanere atterriti alla vista del filo di paglia, rappresentato dalle rampe appenniniche, al quale è legato l’avvenire della patria.
A questo filo, se vogliamo essere sicuri e forti in casa nostra, bisogna sostituire un fascio poderoso di rotaie; e questo si ottiene appunto colla Direttissima Bologna-Firenze, quando sia costruita a doppio binario ed a mite pendenza. Poiché, allora, destinando la Porrettana e la Faentina al trasporto degli approvvigionamenti e del materiale vuoto, avremo sui due binari della nuova linea una potenzialità immensa pel trasporto dell’esercito combattente; e quand’anche, per guasti od altro, venga meno il sussidio delle rampe appenniniche, le sorti della patria saranno sempre affidate a due binari potentissimi, e, quel che più monta, di facile e sicuro
(1) V. Atti della Camera dei Deputati, seduta del 22 Maggio 1879 (pag. 6478),
- ↑ V. Atti della Camera dei Deputati, seduta del 22 Maggio 1879 (pag. 6478).